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Ipertensione e alimentazione

Ipertensione e alimentazione pressione alta

L’ipertensione è una patologia molto diffusa nei Paesi occidentali e, quindi, anche in Italia.

Molte persone ignorano di avere tale patologia finché non si sottopongono ad un controllo medico.

Questo, purtroppo, avviene sia perché i sintomi sono poco specifici sia perché la patologia ha uno sviluppo graduale, per cui l’organismo ha il tempo di abituarcisi.

L’ipertensione arteriosa è una patologia caratterizzata da un aumento della pressione sanguigna con valori oltre la norma. Si è in presenza di pressione sanguigna elevata quando la pressione massima o sistolica misurata dal medico ha valori superiori o uguali ai 140 mmHg (135 se automisurata al domicilio) e la pressione minima o diastolica superiori o uguali ai 90 mmHg (85 se automisurata al domicilio).
Nei bambini, nelle donne gravide, nei diabetici e in patologie specifiche i valori di riferimento sono più bassi.
L’aumento dei valori pressori non sempre si accompagna alla comparsa di sintomi per lo più aspecifici quali mal di testa, specie al mattino, stordimento e vertigini, ronzii nelle orecchie (chiamati acufeni), alterazioni della vista (presenza di puntini luminosi davanti agli occhi), perdite di sangue dal naso (epistassi) poiché, soprattutto se avviene in modo graduale, l’organismo si abitua progressivamente ai valori sempre un po’ più alti e non manda segnali. Tuttavia l’ipertensione è uno dei fattori di rischio dell’insorgenza della malattia cardiovascolare aterosclerotica (per esempio: l’ictus, l’infarto del miocardio, lo scompenso cardiaco e le malattie arteriose periferiche) e di insufficienza renale.
In una percentuale molto bassa (5%) l’ipertensione rappresenta la conseguenza di malattie, congenite o acquisite, che interessano i reni, i surreni, i vasi, il cuore, e per questo viene definita ipertensione secondaria, nella restante percentuale (95%) si tratta di ipertensione primaria la cui eziopatogenesi è multifattoriale. Diverse condizioni infatti predispongono all’insorgenza di ipertensione arteriosa tra cui: familiarità, età, alcune patologie come il diabete e stili di vita non corretti.
In particolare è stato dimostrato che un consumo eccessivo di sale può favorire l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte. Elevati apporti di sodio (che è contenuto nel sale) aumentano il rischio per alcune malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, sia attraverso l’aumento della pressione arteriosa sia indipendentemente da questo meccanismo. L’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda di non superare i 5 g di sale al giorno (che corrispondono a 2 g di sodio) in tal modo è possibile ridurre il rischio di ictus del 23% e quello di malattie cardiovascolari del 17% (raccomandazioni che non si riferiscono solo alle persone ipertese, ma anche alla popolazione generale, quindi devono essere applicate a tutta la famiglia, bambini inclusi).

I sintomi più frequenti dell’ipertensione sono, tra gli altri:

  • mal di testa
  • stordimento e vertigini
  • acufeni (fischi alle orecchie)
  • epistassi (perdita di sangue dal naso)
  • alterazioni della vista.

L’unica prevenzione per l’ipertensione è il controllo periodico della pressione arteriosa.

L’ipertensione può essere di due tipi:

  1. primaria, di cui non si conosce la causa ma si parla di multi-fattorialità (familiarità, sovrappeso, stress, fumo, cattive abitudini alimentari ecc.)
  2. secondaria, cioè legata ad un’altra patologia.

Nel caso dell’ipertensione primaria è possibile provare a tenere sotto controllo la pressione senza farmaci ma correggendo le abitudini sbagliate.

L’eccesso di peso aumenta il lavoro che il cuore deve fare per pompare il sangue in tutto il corpo. Il mantenimento di un peso adeguato è un fattore importante nel ridurre il rischio di ipertensione e quindi di avere malattie cardiovascolari. Se la pressione è solo lievemente elevata, eliminare l’eccesso di peso può far ritornare alla normalità la pressione del sangue; ridurre il peso corporeo di 10 kg comporta una riduzione di circa 5-10 mmHg di pressione arteriosa (PA).
Se l’ipertensione è moderata, l’esercizio fisico può essere il primo mezzo di trattamento non farmacologico, eventualmente associato a una dieta con poco sale e a calo ponderale. Laddove sia necessario un contenimento della pressione arteriosa più consistente, l’esercizio deve essere considerato di ausilio al trattamento farmacologico (fare attività fisica regolare, almeno 30 minuti di cammino sostenuto per un minimo di 5 giorni alla settimana, riduce la PA di 4-9 mmHg).
Un corretto stile alimentare e di vita può essere di grande aiuto nel mantenere nei limiti di norma i valori di pressione arteriosa. Nelle forme più lievi o più responsive può rappresentare l’unica terapia. Ma anche in associazione alla terapia farmacologia una alimentazione adeguata è di grande aiuto, in quanto aumenta l’efficacia dei farmaci antipertensivi permettendo di ridurne la posologia e il numero (in caso della associazione di più farmaci).

Accorgimenti importanti per il controllo della pressione sono, tra gli altri:

  • evitare alcolici e superalcolici
  • evitare il fumo
  • evitare bibite gassate e dolci
  • evitare insaccati e cibi affumicati
  • evitare dolciumi e bibite zuccherate
  • evitare fritture e snack vari
  • bere molta acqua
  • praticare regolare attività fisica
  • ridurre il consumo di sale
  • rientrare nel normopeso
  • seguire un alimentazione sana e varia.

 

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