Il breath test sfrutta l’elevata attività ureasica dell’Helicobacter pylori per diagnosticare l’infezione.
Concettualmente piuttosto semplice, l’esame si basa sulla somministrazione di urea marcata con un’isotopo del carbonio (13C o 14C); una volta ingerita, l’ureasi prodotta dal battere idrolizza l’urea in ammoniaca e anidride carbonica, che viene assorbita dalle pareti gastriche, quindi veicolata dal sangue e rapidamente escreta nell’aria espirata.
Per quanto detto, in presenza di un’infezione gastrica da parte di Helicobacter Pylori, ritroveremo una certa quantità di anidride carbonica radiomarcata nell’aria espirata dal paziente dopo pochi minuti dall’inizio del test. Analizzando quest’aria tramite appositi strumenti si risale al rapporto tra l’isotopo del carbonio scelto per marcare l’urea ed il 12C, il più frequente in natura. In genere, attualmente, si preferisce utilizzare l’isotopo del carbonio 13C come marcatore dell’urea, in quanto stabile, presente in natura, non radioattivo ed innocuo (a differenza del 14C che risulta radioattivo, in misura lieve ma non trascurabile, al punto da rendere controindicata la sottoposizione a breath test troppo ravvicinati).
Nel soggetto sano non si registra attività ureasica a livello gastrico per l’assenza del battere; pertanto l’urea somministrata dal test viene assorbita ed eliminata nelle urine.
La specificità dell’urea breath test è pari al 100% e anche la sua sensibilità è prossima ai valori massimi (97%). L’esame può dare risultati falsamente negativi quando effettuato a breve distanza da terapie con farmaci che inibiscono l’attività metabolica ed ureasica del batterio del batterio (antisecretori). In questi casi, la negatività del test potrebbe significare solo una momentanea inibizione del batterio (clearance) e non la completa e definitiva eliminazione (eradicazione).
Questo microrganismo è considerato l’unico battere capace di resistere all’acidità dell’ambiente gastrico, al punto tale da insidiarsi nella mucosa gastrica ed ivi replicarsi; tale caratteristica è conferita dalla spiccata capacità di produrre ureasi, un enzima che scinde l’urea nello stomaco liberando acido carbonico ed ammoniaca; in questo modo, l’ureasi neutralizza gli acidi gastrici creando un microambiente favorevole alla replicazione del batterio.
La crescita dell’Helicobacter Pylori porta con sé una serie di spiacevoli conseguenze per il paziente, predisponendolo alla gastrite, all’ulcera dello stomaco e, in alcuni casi, al cancro allo stomaco. Il medico può quindi prescrivere il breath test all’urea nel caso in cui il soggetto lamenti sintomi persistenti a livello gastrico, riconducibili ad iperacidità, gastrite od ulcera gastroduodenale. Inoltre, grazie all’eccellente specificità e sensibilità dell’esame, l’urea breath test può essere ripetuto nel tempo per monitorare l’efficacia della terapia medica intrapresa per eradicare l’infezione da Helicobacter pylori.
La preparazione all’esame prevede – salvo diversa indicazione medica – l’astensione:
per tre settimane dall’uso di antibiotici associati e inibitori della pompa protonica (l’uso di un singolo antibiotico non sembra interferie sull’esame):
per una settimana dall’uso di farmaci gastroprotettori appartenenti alla classe degli inibitori della pompa protonica o degli H2 antagonisti, oltre al sucralfato (sono quindi da evitare specialità farmaceutiche contenenti cimetidina, ranitidina, pirenzepina, nizatidina, lansoprazolo, rabeprazolo, pantoprazolo, omeparazolo, esomeprazolo, sucralfato, di cui segue una lista: antepsin, antra, axagon, biomag, brumetidina, buscopan antiacido, citimid, citronizat, controloc, crafilm, cronizat, dina, ermes, esopral, etideme, eugastran, eureceptor, famodil, frilans, gastralgin, gastridin, gastrogel, lansox, leblon, levogenix, limpidex, lomevel, losec, lucen, mepral, motiax, nansen, neoh 2, nexium, nizax, notul, omeprazen, pantecta, pantoloc, pantopan, pantorc, pariet, peptazol, peptirex, pergastrid, raniben, ranibloc, ranidil, ranidiz, roxit, sensigard, stomet, sucralfin, sucramal, sucrate, sucroril, suril, tagamet, temic, ulcedin, ulcestop, ulcex, ulcodina, ulcomedina, ulcrast, ulis, zanizal, zantac, zoton). Consultare il medico per ulteriori e più precise indicazioni.
Il giorno del breath test il paziente deve presentarsi in laboratorio a digiuno da almeno 6 ore se adulto, 3 se bambino. E’ anche importante astenersi dal fumo e dall’assunzione di caffè la mattina prima dell’esame.
Nella maggioranza dei casi (80-85%) l’infezione da Helicobacter pylori decorre in maniera asintomatica o pauscisintomatica (sintomi lievi, quasi impercettibili). La presenza dell’Helicobacter pylori non è infatti sinonimo di malattia.
Negli individui più sfortunati, il processo infiammatorio gastrico può divenire intenso e provocare sintomi come bruciori e dolori gastrici, nausea, vomito, eruttazione frequente, reflusso gastroesofageo e perdita di peso. Le sofferenze legate a bruciori e dolari gastrici tendono a peggiorare soprattutto qualche ora dopo i pasti, mentre l’assunzione di cibo o l’uso di antiacidi le fanno diminuire.
In presenza di un’ulcera peptica, i dolori addominali possono divenire importanti ed il paziente può riconoscere tracce di sangue più o meno digerito nelle feci e nel vomito, che assumono tonalità varianti dal colore rosso scuro al nero catrame. Tutti questi sintomi meritano di essere posti al più presto all’attenzione medica.
I possibili sintomi dell’infezione da helicobacter pylori sono:
* bruciore addominale che peggiora a stomaco vuoto,
* dolore addominale,
* nausea,
* vomito,
* perdita di appetito,
* eruttazione frequente,
* gonfiore,
* perdita di peso non volontaria,
* diarrea,
* fame al mattino,
* alitosi.
L’Helicobacter Pylori può anche causare ulcere peptiche (comunemente conosciute come ulcere gastriche o duodenali a seconda della localizzazione): nei bambini più grandi e negli adulti il sintomo più comune di ulcera peptica è dolore e bruciore allo stomaco, di solito nell’area sotto le costole e sopra l’ombelico, che tende a migliorare in seguito a un pasto. Il dolore talvolta è tale da svegliare il soggetto in piena notte.
Le ulcere peptiche possono arrivare a sanguinare causando ematemesi (vomito di sangue) o melena (feci nere con sangue o che sembrano pece).